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Totti ha chiarito i motivi della rottura con la dirigenza giallorossa: "Non sono mai stato coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci poteva stare, ma poi mi sono fatto delle idee. È stato un pensiero fisso di alcuni levare i romani dalla Roma e alla fine sono riusciti a ottenere quello che volevano. Da 8 anni a questa parte - ha aggiunto - gli americani hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte". Per Totti è un momento particolare, molto doloroso: "Quello di oggi è un momento terribile. Oggi è come morire. Era meglio morire".
Ma quello dell'ex capitano della Roma non sembra un addio definitivo. "Questo è un arrivederci. Posso dire che è impossibile tenere Totti fuori dalla Roma. In questo momento prenderò altre strade. In un momento in cui un'altra proprietà punterà forte su di me, io sarò pronto". Al momento però il suo futuro è lontano da Trigoria: "Ora sto valutando le offerte che ci sono sul piatto e quella che mi farà stare meglio la prenderò col cuore e sarà decisiva".
Freddo il rapporto con Franco Baldini: "Non c'è mai stato e mai ci sarà ed è il motivo per cui ho preso questa decisione. Uno dei due doveva uscire. Mi sono messo da parte io. Troppi galli a cantare non servono. Ci sono troppi che mettono bocca sulle cose senza averne la competenza e fanno solo danni. Mi sono accorto che su tutte le decisioni l'ultima parola spettava sempre a Londra, quindi era tempo perso persino andarci visto che era tutto già fatto". Allenatore, Fonseca, compreso.
Durante la conferenza stampa sono usciti fuori anche alcuni particolari sulla scelta dell'allenatore: "Voglio precisare che non sono andato a Londra perché era tutto già fatto, compreso l'allenatore. Che ci andavo a fare? Io ho chiamato un solo allenatore, Antonio Conte. Voglio precisarlo perché per stupido non ci passo". Le uniche parole di stima sono per Fienga: "L'unico della società che ringrazio, ci ha messo la faccia dicendomi che avrebbe voluto sempre lavorare con me".
"Tante cose mi hanno fatto riflettere - ha detto ancora Totti - non mi hanno mai reso partecipe. Mi chiamavano solo quando erano in difficoltà. In due anni avrò fatto 10 riunioni. Mi chiamavano all'ultimo, come se mi volessero accantonare. È mancato il rispetto verso la persone. Ho cercato in tutti i modi di mettermi a disposizione, ma dall'altra parte ho visto che era diverso il pensiero".
Poi un pensiero per la maglia e per De Rossi: "A settembre ho detto ai dirigenti di avvertire subito Daniele del fatto che non avrebbero rinnovato il suo contratto e non fare come hanno fatto con me perché è il capitano della Roma e va rispettato. Poi c'è stato contesto difficile e nessuno si è preso la responsabilità. Non capisco se è una cosa voluta o non ci pensano. In ogni caso era quello che hanno sempre voluto: levare i romani dalla Roma. Ora prenderò Daniele e andrò a vedere la partita con lui in curva sud. Tiferò sempre Roma, il mio sogno è vederla sempre ai vertici".
L'ex dt ha voluto anche voluto dire la sua sull'operato di Di Francesco, esonerato durante la stagione: "Dopo una semifinale di Champions pensi di andare in finale l'anno dopo. Ma se vendi i giocatori... Ora non per difendere Di Francesco che era mio amico, ma lui ha chiesto 4-5 giocatori e non glieli hanno mai presi. È inutile nascondersi, la verità fa male".