Nell'anticipo di mezzogiorno assenza di spettacolo e reti: il caldo e l'orario fermano le due squadre che non brillano e mantengono la loro imbattibilità. Almiron e Ghezzal nel finale regalano gli unici brividi.
BARI, 19 settembre 2010 - Sarà stato il gran caldo del San Nicola, e la scarsa abitudine all'orario di inizio, fatto sta che la portata di mezzogiorno della terza giornata del campionato di serie A, fra Bari e Cagliari, resta indigesta. E la nausea che Acquafresca patisce al 16’ del primo tempo, e che lo costringe al cambio nell’intervallo, forse è simbolica. Uno 0-0 scialbo, un brodino, che sazia lo stomaco, ma non può appagare il palato di chi, da una partita di calcio vuole, se non gol e spettacolo, almeno emozioni e corsa. Qualche brivido, grazie al Bari, solo negli ultimi 5’ di partita, con Almiron e Ghezzal vicini al gol, ma non basta per salvare il bilancio di una partita inguardabile. IL PRIMO TEMPO — Bari e Cagliari nei primi 45' offrono pochissimo: squadre ordinate, tatticamente composte e votate a restare coperte per poi ripartire. L’inizio è di marca cagliaritana, con una maggiore spinta che costringe il Bari ad arretrare nella sua metà campo, spesso con tutto l’organico dietro la linea della palla. Il palleggio cagliaritano produce però solo due occasioni, con Pinardi, che all’11’ e 34’ calcia male da buona posizione. Occasioni, non proprio nitide palle gol, con la sfera che finisce abbondantemente a lato. L’altro fronte non è che offra di più: dal 20’ il Bari guadagna metri di campo e porta Kutuzov al diagonale, a lato, dopo una lunga manovra di accerchiamento. Raggi, di testa, in anticipo su corner, poi, sfiora il vantaggio al 42’, con una conclusione alta di poco. IL PRIMO TEMPO — Bari e Cagliari nei primi 45' offrono pochissimo: squadre ordinate, tatticamente composte e votate a restare coperte per poi ripartire. L’inizio è di marca cagliaritana, con una maggiore spinta che costringe il Bari ad arretrare nella sua metà campo, spesso con tutto l’organico dietro la linea della palla. Il palleggio cagliaritano produce però solo due occasioni, con Pinardi, che all’11’ e 34’ calcia male da buona posizione. Occasioni, non proprio nitide palle gol, con la sfera che finisce abbondantemente a lato. L’altro fronte non è che offra di più: dal 20’ il Bari guadagna metri di campo e porta Kutuzov al diagonale, a lato, dopo una lunga manovra di accerchiamento. Raggi, di testa, in anticipo su corner, poi, sfiora il vantaggio al 42’, con una conclusione alta di poco.