ROMA - "Non servono messaggi: è l'ora dei fatti. La Svezia è una squadra consolidata ma dipende tutto da noi. Il pubblico di San Siro può darci una grossa mano" ha dichiarato il capitano azzurro, Gigi Buffon, alla vigilia di Italia-Svezia, gara decisiva per l'accesso ai Mondiali del 2018.
"Questa gara la stiamo vivendo come deve essere vissuta la vigilia di un appuntamento importante: ognuno di noi poi la vive a modo proprio. Ognuno sa come affrontare il tutto al meglio: personalmente è da venerdì che sono concentratissimo. E' un momento molto alto di tensione. Ciò è inevitabile, vista la posta in palio e il senso di responsabilità che ognuno di noi deve avere: c'è la possibilità di ribaltare il risultato dell'andata. Vogliamo andare al Mondiale. Inseguiamo questo sogno e questo obiettivo: sappiamo che sarà una gara difficile per noi ma molto, troppo importante per la storia del calcio italiano. Mi è capitato tante volte nella carriera di essere di fronte a bivi come questo, da dentro o fuori. Più volte sono andato dentro, altre fuori: è il destino di ognuno di noi, è il percorso di ognuno di noi. Il tutto, però, non cambia niente nel mio futuro e nel mio cammino azzurro. Cambia solo che se vinciamo domani vuol dire tanto per noi, per il mister e per tutto il movimento. In questo momento, invece, la mia situazione e i numeri personali non contano alcunchè. Sarei felice di abbinare un importante risultato personale al successo collettivo. Per il resto, messaggi a parole ce ne sono pochi da fare. Dobbiamo mandare messaggi sul campo affinchè diventi realtà quella che è diventata una piccola impresa, alla quale teniamo tutti molto. E' arrivata l'ora dei fatti. Secondo me la Svezia è una squadra che gioca in un modo consolidato da vent'anni: più o meno le caratteristiche e il modulo degli scandinavi sono sempre gli stessi. La differenza sarà data da come noi interpreteremo il match. San Siro può aiutarci tanto. Sicuramente una predisposizione all'accettare qualche sbavatura e qualche errore, che domani potremo compiere, farà sì che ogni giocatore possa sentirsi capito e supportato. Non bisogna approcciare la gara con uno spirito critico: questo farebbe solo del male. Di conseguenza, ribadisco che mi piacerebbe e mi emozionerebbe che ogni persona allo stadio si spogliasse della maglia del proprio club per indossare soltanto l'azzurro. Per i fischi e le critiche eventualmente ci sarà spazio dal 90' in poi. Finchè c'è speranza invece servirà un atteggiamento positivo da parte di tutti".
"Questa gara la stiamo vivendo come deve essere vissuta la vigilia di un appuntamento importante: ognuno di noi poi la vive a modo proprio. Ognuno sa come affrontare il tutto al meglio: personalmente è da venerdì che sono concentratissimo. E' un momento molto alto di tensione. Ciò è inevitabile, vista la posta in palio e il senso di responsabilità che ognuno di noi deve avere: c'è la possibilità di ribaltare il risultato dell'andata. Vogliamo andare al Mondiale. Inseguiamo questo sogno e questo obiettivo: sappiamo che sarà una gara difficile per noi ma molto, troppo importante per la storia del calcio italiano. Mi è capitato tante volte nella carriera di essere di fronte a bivi come questo, da dentro o fuori. Più volte sono andato dentro, altre fuori: è il destino di ognuno di noi, è il percorso di ognuno di noi. Il tutto, però, non cambia niente nel mio futuro e nel mio cammino azzurro. Cambia solo che se vinciamo domani vuol dire tanto per noi, per il mister e per tutto il movimento. In questo momento, invece, la mia situazione e i numeri personali non contano alcunchè. Sarei felice di abbinare un importante risultato personale al successo collettivo. Per il resto, messaggi a parole ce ne sono pochi da fare. Dobbiamo mandare messaggi sul campo affinchè diventi realtà quella che è diventata una piccola impresa, alla quale teniamo tutti molto. E' arrivata l'ora dei fatti. Secondo me la Svezia è una squadra che gioca in un modo consolidato da vent'anni: più o meno le caratteristiche e il modulo degli scandinavi sono sempre gli stessi. La differenza sarà data da come noi interpreteremo il match. San Siro può aiutarci tanto. Sicuramente una predisposizione all'accettare qualche sbavatura e qualche errore, che domani potremo compiere, farà sì che ogni giocatore possa sentirsi capito e supportato. Non bisogna approcciare la gara con uno spirito critico: questo farebbe solo del male. Di conseguenza, ribadisco che mi piacerebbe e mi emozionerebbe che ogni persona allo stadio si spogliasse della maglia del proprio club per indossare soltanto l'azzurro. Per i fischi e le critiche eventualmente ci sarà spazio dal 90' in poi. Finchè c'è speranza invece servirà un atteggiamento positivo da parte di tutti".