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Okaka subito decisivo e il Bari passa a Lecce


LECCE, 6 gennaio 2011 - Ci vuole Stefano Okaka per stravolgere il Bari. L’attaccante arrivato in prestito dalla Roma subentra dalla panchina, segna una gran rete e regala al Bari la prima vittoria stagionale in trasferta, tre punti preziosissimi e impone uno stop a un Lecce che comunque non demerita.E’ una partita del tutto speciale per un sacco di motivi: c’è una rivalità per essere diversamente pugliesi, per la classifica al buio pesto di tutte e due le squadre, per aver scomodato i piani alti a decidere se le porte dovessero essere aperte o meno. I tifosi, che aspettavano il derby del tacco da dieci anni, sono stati accontentati ( o scontentati, per via delle limitazioni comunque imposte dalla tessera del tifoso) e hanno riempito, solo parzialmente a essere onesti, il Via del Mare. I presupposti sono quelli della partita della disperazione: da una parte il Lecce, con un buon ruolino di marcia in casa, che conta quattro vittorie, due pareggi e appena due sconfitte, ma con una difesa colabrodo, con 34 reti incassate nei 17 turni precedenti il derby, dall’altra il Bari, ultimo a 11 miseri punticini, con soli 11 gol messi a segno, figli di un attacco spuntato. 

 NUOVI ARRIVI  -  De Canio, in tribuna per la squalifica rimediata col Napoli, è sostituito dal vice Rizzo che manda subito in campo il neoacquisto Tomovic a fare il centrale di difesa, mentre davanti l’attacco è affidato al duo Ofere-Chevanton. L’uruguaiano scalpita e ha una voglia matta di dimostrare il suo valore, offuscato dalla casella delle reti ancora vuota e soprattutto fuori da quattro turni per la reazione rabbiosa con la Sampdoria. Il Bari, dalla sua, fa debuttare immediatamente in mezzo alla linea difensiva Glik, polacco prelevato dal Palermo, mentre Stefano Okaka si accomoda in panchina. 

 EQUILIBRIO -  Nella prima porzione di gara sono i salentini a tentare di mettere pressione agli ospiti, che faticano a ripartire. L’occasione più limpida capita a Fabiano, che spizza di testa su angolo, ma Gillet è prontissimo, con i pugni e con l’istinto. Dopo il primo quarto d’ora il Bari si riprende e tenta di spaventare Rosati con Kutuzov, debole di testa. Il contropiede fallito da Chevanton, che sbaglia l’impatto col pallone, lascia inalterato il risultato e l’equilibrio si mantiene sino al 45’, con il numero di occasioni pulite troppo esiguo e incapace di tradurre la grande mole di gioco prodotta. Nella ripresa le squadre si allungano e il Lecce tiene il pallino del gioco. E’ di nuovo Fabiano di testa a spaventare i baresi al 6’, mentre Giacomazzi si danna a fare il lavoro sporco. 

OKAKA DECIDE - Nessuna delle due pugliesi, però, riesce a incidere, perciò le panchine buttano dentro forze fresche, tutte targate vivaio Roma: Corvia entra per i salentini, mentre Okaka debutta con i galletti. E’ proprio il nuovo attaccante del Bari a ribaltare la partita: al 33’ raccoglie un suggerimento delizioso di Gazzi stoppando di petto, si gira, si porta la palla sul sinistro e infila Rosati sul primo palo. Gol numero uno per l’attaccante, gol numero mille in serie A per il Bari e vittoria pesantissima che arriva dopo un digiuno prolungato che risale al lontanissimo 2 a 1 di Bari-Brescia del 26 settembre scorso. Il Lecce cerca di riacciuffare almeno il pareggio, che in effetti sarebbe il risultato più giusto, ma la squadra di De Canio, seppur volenterosa non riesce a essere concreta, e il finale in dieci per l’espulsione di Giacomazzi racconta tutta la frustrazione dei salentini.