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Il Bari dopo 8 anni è in A


ROMA, 8 maggio - La notte dell'undicesima promozione del Bari è arrivata nel modo più comodo, senza nemmeno scendere in campo. Il Livorno non vince, anzi perde 1-0 in casa contro la Triestina, allenata dall'ex tecnico dei pugliesi Maran, e lascia il via libera ai festeggiamenti dei biancorossi, ormai matematicamente irraggiungibili se non dal Parma: il Bari torna in A dopo otto anni di purgatorio, con la squadra che sabato scende in campo contro il Piacenza con la testa solo al ritorno immediato in città, dove la attendono caroselli, bandiere e un'atmosfera mistica: si risale nella massima serie nella settimana di celebrazioni di San Nicola.
CONTE: «LA VITTORIA DEL GRUPPO» - «La vittoria del gruppo»: così il tecnico del Bari, Antonio Conte, dal ritiro di Piacenza ha commentato la promozione in A. «La gara decisiva - ha aggiunto - è stata la trasferta vittoriosa a Trieste (1-2). È una grande festa per la città - ha concluso - e io che sono cattolico sono particolarmente felice che si possa festeggiare insieme la promozione e il patrono di Bari, San Nicola»
CONTE-PERINETTI, TANDEM VINCENTE - Una promozione costruita mattone dopo mattone dallo splendido progetto tecnico, che i Matarrese hanno affidato alla guida di Conte e all'abilità sul mercato del ds Perinetti. Una cavalcata impetuosa e inarrestabile da gennaio, quando la squadra ha toccato per la prima volta il primo posto in classifica, e proseguita dal 28 febbraio con una vetta mai più abbandonata.
RINASCITE, SCOPERTE E CONFERME - La porta blindata con un Gillet da serie A, la conferma del giovane Ranocchia al centro della difesa, un Parisi finalmente tornato ai livelli di quando militava nel Messina e aveva toccato l'azzurro della nazionale; e ancora la solidità di Masiello, il 'Thuram bianco' come lo chiamava Capello ai tempi della Juventus, la regia sapiente del rigenerato argentino Donda, la quantità e qualità di De Vezze e Gazzi, la fantasia di Guberti, strappato all'Ascoli a gennaio e rivelatosi decisivo a furia di gol e assist; e ancora un Barreto inarrestabile e capocannoniere, un Kutuzov generoso e trascinatore, un Kamata imprendibile sulla fascia. E gli otto gol di Caputo, giovane pugliese di Altamura che ha vissuto un sogno nel sogno passando dal Noicattaro a indossare la maglietta biancorossa e a segnare reti pesantissime, come la tripletta contro il Grosseto rimasta nei cuori dei tifosi.